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INTERNETVISTA A FIORELLA SU DIOTIMA 22 APRILE 2001 ORE 21:00

INTERVISTATORE: Ciao a tutti siamo in diretta internet dagli studi di web casting di Diotima.it per la nostra interNetvista a Fiorella Mannoia che ci ha raggiunto qui dopo il suo ultimo concerto a Milano. Potremmo parlare con Fiorella per un'ora. Mando un saluto veramente particolare a tutti i fans di Fiorella che già da alcuni giorni hanno mandato le loro domande sul nostro sito ed aspettano da giorni questo momento e ricordo loro che possono continuare a mandare le domande sempre nello stesso forum che trovate in basso a sinistra della pagina e votare anche le domande fatte dagli altri navigatori. Un saluto particolare mando anche a tutte le persone che sono collegate con noi da alcuni internet café di tutta Italia, che hanno allestito anche delle postazioni particolari per seguire l'evento e chiedo a Fiorella se vuole dare un primo saluto, così, molto personale a tutte le persone che ci stanno seguendo...

FIORELLA: Assolutamente sì, lo faccio volentieri, saluto tutti quelli che mi conoscono perché ce ne saranno sicuramente di persone che magari frequentano anche il forum del mio sito, non lo so, magari sì magari no, comunque saluto tutti ecco, questo è nuovo per me, sono entrata a far parte di questo mondo di naviganti da poco in realtà, per cui sono entusiasmata e mi piace mi diverte

INTERVISTATORE: diciamo che hai fatto un ingresso alla grande perché non solo io ma anche tante altre persone hanno riconosciuto anche nel tuo sito un sito fatto molto bene e che poi permette anche molta interattività a tutti i fans e ho visto che il tuo sito c'ha una comunità molto viva di persone che  scrivono messaggi e messaggi  ogni giorno

FIORELLA: Sì devo dire che ne sono molto fiera e del sito per come è stato strutturato e delle persone che lo frequentano perché ho visto che c'è molta partecipazione, c'è molto divertimento, ma spesso, e questo mi fa piacere, si affrontano anche temi molto seri e questo denota insomma una certa intelligenza una certa voglia di comunicare. Lo sto seguendo personalmente, ho capito che è un secondo lavoro . . . [ride]

INTERVISTATORE:  Infatti vedo che ogni tanto mandi messaggi

FIORELLA: sì sì ma non solo, mando messaggi, scrivo in quella paginettina, che si chiama "a proposito di", per cui mi ci dedico con passione, rispondo direttamente, mando messaggi alla Mailing List. Finché ce la faccio mi piace gestirlo da me, poi domani vedremo, magari cercherò aiuto se la cosa diventa ingestibile, però per adesso lo sto facendo da sola.

INTERVISTATORE:  Allora non rubiamo altro tempo ai tuoi fans che ti hanno scritto partiamo da Dani83 che ti fa una domanda

FIORELLA: Sì

 

INTERVISTATORE: Ti scrivo questa domanda da parte di Nicola. Abbiamo creato un canale di chat su un server ircnet dove noi fans ci ritroviamo spesso la sera, cosa ne pensi? Verrai un giorno a trovarci? Ciao Nicola Io direi subito a Nicola se ci può mandare durante quest'ora di diretta nel forum delle domande anche l'indirizzo internet di questa chat, magari per farlo sapere a tutti gli altri

FIORELLA: Eh magari sì . . . forse me l'hanno già scritta anche nel mio forum, ma insomma il tempo, per ora, che ancora non ho finito la tournée è veramente scarso per cui a volte mi collego alle tre, alle quattro della mattina, e non ho proprio il tempo materiale però volentieri insomma, lo farò sicuramente volentieri piú avanti

INTERVISTATORE: Bene. Invece Paola ti fa una domanda sui tuoi viaggi intitolata "dove ti piacerebbe andare"  Ciao Fiorella! Sono curiosa  . . . Se dovessi fare un viaggio, quale destinazione sceglieresti e perché? Ti andrebbe di raccontarci un ricordo piacevole o una situazione particolare vissuta durante un viaggio, a parte quella del taxi a Parigi che ci dovrai raccontare anche quella perché molti di noi non la conoscono

FIORELLA:  sicuramente questa ormai me la porterò dietro per tutta la vita . . . beh insomma, partiamo dai viaggi. Premetto che sono attratta da Paesi non troppo caldi perché ho una pelle chiara vedo che anche tu . . . forse mi puoi capire . . . io sono soggetta a ustioni per cui quando vedo spiagge che sulle cartoline mi sembrano bellissime, l'idea di andarci senza riparo . . . mi ustiono solo a pensarci

INTERVISTATORE:  Quindi ai Caraibi tu non sei mai andata!

FIORELLA: Non sono mai andata, non che non mi attiri, anzi, però sto molto attenta e ho una naturale avversità perché so a cosa vado incontro e allora sono attratta, sicuramente dall'Europa, da tutti i Paesi europei, mi piace viaggiare, ma non soltanto stare passivamente al sole, mi piace guardare, vedere, conoscere, mangiare come mangiano loro, insomma sono attratta dai Paesi, ma anche dai popoli. E poi per quel che riguarda il taxi di Parigi, lo ripeto [ride], siccome da lontano ci vedo poco ho scambiato la macchina di un normale cittadino parigino fermo ad un semaforo per un taxi, mi sono infilata dentro e dicevo al mio compagno [ride] di fare in fretta perché si faceva verde e questo poveraccio che non ha capito niente è rimasto atterrito, fermo così, e ha detto "oddio 'na pazza, questa da dove viene?" e io quando mi sono accorta che ahimè non era un taxi, ma era la macchina di un poveraccio che era fermo al semaforo mi sono prodigata in scuse ma ormai l'avevo fatta ed era ormai diventata dominio di tutti [ride] . . . l'ho detto di nuovo!

INTERVISTATORE: Senti invece Cartina ti fa una domanda sul tuo rapporto con Dio forse è una domanda troppo forte ma visto che nelle tue canzoni è spesso presente come lo vivi? Cioè come vivi il tuo rapporto con Dio?

FIORELLA: E' una domanda molto forte perché è una domanda che avrebbe bisogno di un po' piú di tempo per avere una risposta, se poi una risposta c'è, perché io una risposta non ce l'ho, nel senso che il mio rapporto è un rapporto molto conflittuale. C'è una parte di me che vorrebbe credere incondizionatamente, c'è una parte di me che non riesce a farlo, per cui invidio molto coloro che hanno la fede, perché credo che sia un dono, che a me però purtroppo non è stato dato, e cerco, continuerò a cercare, ti ripeto, è una domanda alla quale forse non avrò risposta, però è una materia che mi affascina, sento una certa spiritualità in me stessa ma non la so identificare, non la so collocare in una qualsivoglia religione, ecco, credo fondamentalmente quando riesco a credere che ci sia un'entità superiore penso che sia un Dio unico per tutti e che non ha bisogno di . . . etichettarlo con le varie religioni, ecco mi sembra un po' come sminuirne la figura, ecco, credo che ci sia, penso a volte che ci sia un Dio

INTERVISTATORE: Ma quindi anche quella frase che ritorna in una tua canzone famosa "e continuo a bussare alla porta di Dio" è anche un po' autobiografica forse 

FIORELLA: Beh, io canto solo canzoni autobiografiche o comunque solo contenuti che riesco a condividere e bussare alla porta di Dio è una costante della mia vita, nel senso che, visto che sono in eterno conflitto, busso continuamente in cerca di risposte che però spesso a me personalmente non arrivano

INTERVISTATORE: Ecco. Invece Michela ti chiede ciao Fiorella so che il live di questo tour è stato già registrato l'ultimo tour che stai facendo  volevo chiederti quando verrà pubblicato e se ci sarà anche una videocassetta come avevi annunciato per il precedente ma mai pubblicata. Ciao e a presto Michela di Settimo torinese.

FIORELLA: Beh abbiamo registrato, come ho registrato quasi sempre durante i concerti che ho fatto. Diciamo che negli altri anni poi ho dovuto, sono stata costretta a fare infatti un cd doppio perché non avendo mai proposto un disco live il materiale era talmente tanto che per forza ho dovuto inserirlo in un disco doppio. Questo l'abbiamo registrato e sicuramente adesso, non so quando perché adesso decidere i tempi in questo momento è un po' prematuro però conto di far uscire . . . di farlo di fare un altro disco live. Per la videocassetta, ahimè per ora non abbiamo ripreso niente [ridendo] con le telecamere dico, per cui non è in programma

INTERVISTATORE: Quindi a Michela diciamo di aspettare il prossimo tour

FIORELLA: Sì, per il disco sicuramente ci sarà, per la videocassetta no! Per adesso non abbiamo ripreso nulla, non abbiamo fatto proprio in tempo

INTERVISTATORE: perché poi tra l'altro ci sono state delle date aggiunte, non previste . . . 

FIORELLA: No infatti, ci sono state tante date, è stata una tournée, dico "è stata" perché abbiamo quasi finito, mancano due tappe sole, domani a Mantova e poi a Prato e poi finita, e però è stata una lunga, lunghissima tournée ed è difficile concentrare tutto, le registrazioni live, le registrazioni video, e in piú anche in mezzo ci devi far entrare un minimo di promozione, insomma non è semplice poter organizzare queste cose per cui qualcosa rimane fuori, è rimasta fuori la ripresa video

INTERVISTATORE: Graziella ti chiede come vivi il rapporto d'affetto che i tuoi fans, giovani e meno giovani, ti esprimono? Il rapporto con il tuo pubblico è solo qualcosa di momentaneo e simbolico?

FIORELLA: Beh, oddio, dire che un rapporto è approfondito, cioè mi sembra un po' esagerato nel senso che purtroppo i nostri rapporti si limitano al contatto dopo il concerto, in genere io ricevo sempre tutti quelli che vogliono venire a salutarmi, non ho l'abitudine di scappare, però dire che si può approfondire un rapporto in questo modo, sarei bugiarda, c'è un rapporto che è superficiale. Ci si conosce, ci si stringe la mano, e a volte ci si riconosce, nel senso che ci sono persone che vengono spesso e che poi alla fine riconosco, e mi ricordo anche i nomi, a volte non i nomi ma mi ricordo la faccia, però insomma, non mi sentirei di dire è totalmente superficiale, ma non posso neanche dire che è un rapporto approfondito

INTERVISTATORE: Ho notato che in alcuni messaggi del tuo forum ci sono dei messaggi anche molto personali che esprimono magari non un rapporto approfondito, però comunque una conoscenza non soltanto di saluto finale di un concerto diciamo

FIORELLA: Ci sono delle ragazze e dei ragazzi che conosco da anni. Ci sono ragazze che mi seguono da piú di un decennio ce ne sono alcune che ho visto bambine e oggi sono donne fatte alcune fidanzate, alcune sposate che ancora continuano a venirmi a salutare per cui sicuramente c'è un rapporto che va un po' piú al di là del semplice saluto, ecco, le conosco bene e loro conoscono me

INTERVISTATORE: Giorgio Olivero ti chiede se il tuo è un nome d'arte, Fiorella Mannoia è il tuo vero nome?

FIORELLA:  E avrei scelto Mannoia come nome d'arte?? Nooo 

INTERVISTATORE: e neanche Fiorella!

FIORELLA: E neanche Fiorella penso, NO!

INTERVISTATORE:  Invece Andrea Clemente ti fa una domanda che penso molti ti vogliano fare tra tutti gli autori che hanno scritto canzoni per te . . .

FIORELLA: ahiahiahi!!

INTERVISTATORE:  è la solita domanda questa  qual è secondo te quello che è riuscito meglio a mettere in risalto la personalità della tua voce

FIORELLA: Beh, questa è una risposta che non riesco a dare perché in realtà hanno tutti una forte personalità e scrivono talmente bene tutti quanti che, insomma, è difficile dire con quale di questi io mi trovi meglio è impossibile, diciamo che come costruzione musicale, ecco, non soltanto come costruzione di testo, cioè non soltanto come contenuto, quello che ha una costruzione musicale che si avvicina piú di tutti alla mia vocalità è Ivano Fossati, perché evidentemente abbiamo tutt'e due lo stesso tipo di estensione io da donna e lui da uomo naturalmente ma è un'estensione limitata per cui lui scrive per sé in una maniera tale che si adatta perfettamente alla mia vocalità ecco però poi . . .

INTERVISTATORE:  E delle canzoni di Fossati che hai interpretato, ce n'è qualcuna che preferisci in modo particolare? Se qualcuno ti chiedesse qual è quella che ti è piaciuta di piú?!

FIORELLA: Ma sono state tante eh! Io mi sono accorta, cioè, ho fatto un rapido conto tempo fa, proprio in allestimento del sito quante canzoni di Ivano inedite, proprio scritte per me ho cantato, piú di dieci forse una dozzina, è difficile poter dire . . . beh "I treni a vapore" penso che è una di quelle che amo di piú, però è veramente arduo poterlo dire, non lo so, tutte, le ho cantate tutte con talmente entusiasmo che non potrei sceglierne una

INTERVISTATORE:  Infatti mi sembra di aver letto in una tua ultima intervista che tra l'altro tu dici che proprio, mi sembra, una frase di quella canzone sui "sognatori che aspettano la primavera" è una frase che ti provoca ancora tante emozioni quando la canti

FIORELLA: Sì, sì, sì è vero, questa frase . . . sarà che appartengo ad una generazione di sognatori e sarà che questo vizio non ce lo leviamo ormai da dosso, cioè ce l'abbiamo incollato sulla pelle e quando dice "mi sogno i sognatori che aspettano la primavera o qualche altra primavera da sperare ancora" beh, questa emozione me la dà sempre, nonostante siano passati tanti anni

INTERVISTATORE:  Daria Del duca ti chiede per chi ha una gran voce come la sua quanto influisce in negativo o in positivo essere una donna? Se potesse tornare indietro cosa cancellerebbe dalla sua discografia e perché?

FIORELLA: No, la prima non l'ho capita . . . quanto influisce in negativo o in positivo essere una donna . . . "

INTERVISTATORE: Probabilmente oltre alla voce quanto influisce il fatto di essere donna anche nella tua carriera?!

FIORELLA: ma io veramente non ci penso mai, non mi soffermo quasi mai a pensare che sono una donna e che la mia carriera è stata agevolata o il contrario, non ci ho mai pensato. Ho le stesse difficoltà . . . sai il nostro ambiente non è diverso da qualsiasi altro ambiente, io personalmente non posso dire . . . sono stata fortunata, probabilmente, ma non posso dire di avere avuto ostacoli perché donna, no, non lo posso dire  . . .  poi non mi ricordo cosa ha detto, l'altra . . . 

INTERVISTATORE: L'altra domanda se potesse tornare indietro cosa cancellerebbe dalla sua discografia e perché?

FIORELLA: Beh, oddio, "cancellare" forse non cancellerei niente, tutto serve all'esperienza, per cui . . . io ho cominciato a cantare molto presto, e quando si comincia a cantare troppo presto cioè a 14 anni ho fatto il primo Castrocaro, insomma, se mi domandassi oggi che cosa avrei potuto fare nella vita, oltre questo non saprei cosa risponderti, perché questo è un mestiere che mi sono ritrovata addosso, non me lo sono scelto, per cui quando si comincia così presto in realtà si fanno degli sbagli, ma è normale, poi adesso i ragazzi hanno piú esperienza, nel senso che vivono davanti alla televisione e sono piú smaliziati, ma insomma quando ero ragazza io mi lasciavo anche consigliare a volte bene a volte male per cui riguardandomi indietro certe cose certo non le rifarei oggi, col senno di poi, però cancellare . . . 

INTERVISTATORE: sei anche contenta di averle fatte, possono essere servite

FIORELLA: Sì, cancellare . . . forse non mi ci riconosco piú, ecco, questo sì, ma io penso che  a chiunque capiti di guardare un  album di fotografie e vedersi come eravamo a quindici anni, sedici anni, o a vent'anni o venticinque e dire Madonna guarda com'ero vestita, guarda com'ero conciata e non riconoscersi piú, per noi è la stessa cosa. Noi anziché l'album delle fotografie abbiamo dei dischi, abbiamo dei filmati che lo documentano e questo a volte ti crea imbarazzo, ma non perché ci vergogniamo o ci si vergogna di alcune cose, ma perché ti crea imbarazzo riguardarti . . .  l'altra volta hanno mandato su retequattro a mezzanotte, all'una non mi ricordo, una monografia in due puntate io ho visto le cose che hanno mandato perché me le hanno fatte visionare, ci sono certe cose di cui  onestamente mi vergogno ma non perché mi vergogno di aver . . . 

INTERVISTATORE:  non avresti voluto far vedere

FIORELLA: . . .  perché ero vestita a volte come un arlecchino, ma insomma, voglio dire, a volte ti crea imbarazzo, ma insomma da qui a dire cancellarle no, no non cancellerei niente

INTERVISTATORE: Ho capito. Adesso Fiorella volevamo fare un regalo ai tuoi fans che sono collegati con noi, volevamo fargli vedere il video del tuo ultimo album "fragile" che mandiamo in onda poi tra pochi minuti ritorniamo

[VIDEO DI FRAGILE]

INTERVISTATORE: Ecco allora riprendiamo l'interNetvista con Fiorella Mannoia con una domanda che ci arriva da Gigi, è una domanda su Internet visto il tuo recente avvicinamento al mondo Internet (a proposito complimenti per il sito, molto curato) . . . 

FIORELLA: Grazie

INTERVISTATORE:  . . . cosa pensi del fenomeno Napster o piú in generale della musica che circola liberamente sulla rete in barba ai diritti d'autore?

FIORELLA: Ma io ho già espresso la mia opinione in altre sedi quando me l'hanno chiesto e ho risposto, e rispondo allo stesso modo anche adesso, che cercare di arginare questi fenomeni è come pensare di arginare il mare cioè non sappiamo che cosa succederà e come si evolverà questo mezzo, infatti, vedi, hanno chiuso Napster, ma poi sotto un'altra dicitura ne sono usciti fuori degli altri, per cui secondo me è un po' impensabile pensare di arginare questo problema, probabilmente fra non molto, non so quando, non so tra quanto, dovremmo rivedere poi un po' tutte le posizioni anche quelle della musica, non è escluso che sarà un mezzo soltanto per il disco, non tanto l'oggetto ma proprio la registrazione, servirà magari a fare promozione ai concerti e il supporto non si venderà piú, io questo adesso . . . sto andando a spanne, non lo so quello che succederà, però sicuramente qualcosa è in evoluzione, non so come evolverà, questo non te lo so dire, non sono in grado di potertelo dire però dovremo rivedere sicuramente delle posizioni

INTERVISTATORE:  E tu personalmente come vedi l'idea per esempio di far pagare un tot a canzone o comunque far pagare anche in Internet l'ascolto delle canzoni, quindi di non far comprare il cd ma di mettere un costo . . . 

FIORELLA: Ecco questo per esempio potrebbe essere un'evoluzione del nuovo mercato, potrebbe essere una soluzione, sicuramente qualcosa andrà studiato perché sai, sennò muore il diritto d'autore, chi poi ha la capacità e la possibilità di andare in concerto ed avere degli introiti da parte della parte live del nostro lavoro, ma altrimenti il diritto d'autore cessa di esistere, cioè il diritto . . . l'opera dell'ingegno chi lo paga? Nessuno! Cioè qualcosa dovranno . . . sicuramente qualcosa succederà, come appunto, questo non te lo so dire, vedremo come evolverà questo mezzo, io non sono in grado in questo momento di dirtelo

INTERVISTATORE: Rafiki . . . 

 

FIORELLA: Sì

 

INTERVISTATORE:  . . . che è un assiduo frequentatore del tuo forum, che salutiamo . . .

FIORELLA: Sì . . .è una ragazza! 

INTERVISTATORE:  Ah!  frequentatrice quindi, ti fa una domanda sui Paris Combo Come hai scoperto i Paris Combo e la canzone Señor visto che neanche in Francia  li conoscono? 

FIORELLA:  ma devo dire che Piero Fabrizi che è produttore di tutti i miei dischi da quindici anni è un grande consumatore di musica, molto, molto piú di me. E' lui il curioso che poi entra nei negozi di dischi e rimpingua le casse  al contrario di quelli che invece scaricano da Napster, e rimpingua le casse delle case discografiche perché ascolta tutto quello che c'è da ascoltare e in realtà molte cose le scopro di riflesso dalla sua curiosità. E' venuto fuori così per caso. Ha portato a casa questo disco, lo ha visto nei negozi di musica di importazione e l'abbiamo ascoltato, l'ha portato a casa l'abbiamo ascoltato e c'è sembrato un disco molto curioso e molto bello perché in realtà è un po' . . .ha questo sapore retrò molto coraggioso rispetto a quello che si ascolta normalmente in questi ultimi tempi ed è un bel disco! Io se posso fare anche la mia parte per farli conoscere lo faccio volentieri! Pensa che comunque in America sono forse piú conosciuti che in Francia, hanno fatto una tournée americana molto apprezzata e questo è proprio un gruppo di gente brava, bravi musicisti

INTERVISTATORE: Fra l'altro fantastica la tua interpretazione poi anche in tournée

FIORELLA: Grazie

INTERVISTATORE: Tu l'hai fatti conoscere anche in tutta Italia, poi . . . senti Gigi  ti fa altre due domande, salutiamo anche Gigi che ci sta seguendo. La prima riguarda i prezzi dei cd pensi che basti portare l'iva allo stesso livello dei libri o c'è bisogno di uno sforzo da parte di artisti e case discografiche?

FIORELLA: Beh uno sforzo sarebbe una buona cosa, cioè saremmo tutti disposti a fare uno sforzo anche se in realtà una buona fetta del costo del "caro cd" ce l'ha l'iva perché come possiamo vedere, insomma, l'iva che viene applicata sui libri è irrisoria rispetto a quella che siamo costretti a pagare noi per cui in realtà quello sarebbe già un abbassamento notevole, un abbattimento notevole del costo del cd e poi, ecco se questo fosse fatto forse saremmo equiparati al resto del mondo, perché in realtà c'è anche una cattiva informazione, si pensa che all'estero i cd costino meno, ma in realtà non è così, cioè in realtà se si fa il calcolo del potere d'acquisto della moneta del Paese in questione, che sia la Francia o l'Inghilterra, vediamo che non costano molto di meno. A differenza dell'Italia, lì non c'è il trust, cioè qui hanno fatto cartello, per cui come vedi sono prezzi inchiodati lì invece c'è piú vivacità di mercato, cioè un disco che esce, dopo sei mesi che è in commercio, c'è la possibilità di abbattere il costo, per esempio se costasse quarantatremila lire, dopo nove mesi un disco ne può costare trentacinque perché ormai è andato! Oppure fare il contrario, incitare la gente a comprare il disco perché all'inizio puoi trovarlo a meno prezzo. Cioè magari se lo compri ora lo paghi trentacinquemila lire, se magari invece aspetti il prezzo sale, insomma c'è sicuramente piú vivacità di mercato, quello che da noi non si riesce a sbloccare è il cartello che hanno fatto le multinazionali

INTERVISTATORE: la seconda domanda è un po' piú leggera è vero che torni a Napoli per un concerto all'aperto? Se sì quando?

FIORELLA: E dunque per la tournée estiva bisogna aspettare ancora un po' perché il calendario è in allestimento per cui noi  stiamo cercando, mi piacerebbe moltissimo, devo dire la verità, non ho mai cantato a Napoli città in piazza e mi piacerebbe proprio

INTERVISTATORE: Fare un bel concerto in piazza del plebiscito

FIORELLA: Eh mi piacerebbe moltissimo, non mi si è mai presentata l'occasione ma mi ricordo quando l'ho fatto nelle grandi città, a Torino in piazza S. Carlo è stata un'esperienza che non dimenticherò mai, ci saranno state quarantamila persone, proprio una cosa emozionante e quando si organizzano questi tipi di concerti in piazze nelle piazze delle grandi città l'affluenza è . . . 

INTERVISTATORE:  In piazza del duomo qui a Milano sei venuta?

FIORELLA: In piazza del duomo l'ho fatto, non da sola eravamo in una sorta di rassegna ed è stato bello anche lì, mi piace, ecco, è una cosa molto emozionante, completamente diversa dall'atmosfera teatrale, elettrizzante direi, perché vedere tanta gente, ecco, mi ricordo un altro bagno di folla è stato a Modena quando tenni il concerto con Francesco De Gregori nel '99 a settembre, ecco lì è stata, a parte l'emozione di cantare con Francesco, ma anche avere tutta quella gente davanti è stato proprio un concerto indimenticabile, mi piace, mi diverte, sono contenta quando mi chiamano a farle

INTERVISTATORE:  Daniele da La Spezia fa una domanda un po' simile a quella che ti abbiamo fatto prima sugli autori dei testi Fossati De Gregori, Bubola, Silvestri, oltre ad essere dei bravissimi autori sono anche presumo tuoi amici. Mi togli una curiosità? Ma autrici femminili o perlomeno cantanti donne appartengono alla tua schiera di amici o no e se sì quali?

FIORELLA: Beh in realtà autrici donne fino a poco tempo fa praticamente non ce n'erano. Adesso c'è una nuova generazione, c'è una bella realtà che sta emergendo. Non mi è mai capitato, ecco, per esempio posso dire che ho ammirazione per Carmen Consoli, per Elisa, se ne avessero voglia e ci fosse l'occasione, se si presentasse l'occasione sarei ben lieta di cantare una loro canzone, per ora non c'è stata occasione

 

INTERVISTATORE:  fra l'altro da quello che ho letto mi sembra che tu decidi di interpretare una canzone  non in base all'autore ma in base proprio al testo . . . 

FIORELLA:  Assolutamente!

INTERVISTATORE: . . .  se lo senti tu, per cui probabilmente se non hai cantato ancora canzoni di autrici è perché non hai trovato ancora testi . . . 

FIORELLA: beh, veramente non è stata . . . non c'è stata l'occasione in realtà e poi con quelle che ho appena citato c'è un salto generazionale notevole per cui è piú facile che io canti canzoni di persone, a parte Daniele Silvestri e Samuele Bersani, che sono i due casi, diciamo, italiani che piú si avvicinano alla canzone d'autore, per il resto ho bisogno di cose condivisibili ma anche che siano adatte alla mia età, insomma, non posso cantare contenuti da ragazzina, [ride] sarei ridicola! E allora è piú facile che questo io lo abbia da persone con le quali dividere anche l'età, le esperienze, il vissuto, le letture, insomma, è piú semplice che io riesca a farlo con De Gregori, con Fossati, con Bubola o con tutti quelli che hanno sopracitato perché siamo piú o meno appartenenti alla stessa . . . 

INTERVISTATORE:  Però diciamo che potrebbe succedere

FIORELLA: Potrebbe, mi piacerebbe, sono sincera mi piacerebbe, mi piacerebbe molto anzi!

INTERVISTATORE:  Senti ancora . . . no! Marzia fa una domanda sul tuo rapporto particolare con Fossati . . . 

FIORELLA: Sì

INTERVISTATORE: e ti chiede Smentisce o conferma le voci su una sua relazione con Ivano Fossati? Avete davvero la storia che vi attribuiscono da anni? 

FIORELLA:  Ma per carità!! Assolutamente no! Escludo e smentisco nella maniera piú categorica! Non perché Fossati non sia un bell'uomo anzi! Piace molto anche alle donne, ma non è stato il nostro caso, c'è veramente un rapporto di pura stima reciproca, affinità e amicizia

INTERVISTATORE: Anche affinità caratteriali

FIORELLA:  anche affinità caratteriali, sì, perché no? Certo. Ma io penso che poi i rapporti umani si basino sull'affinità che siano rapporti di lavoro, d'amicizia o d'amore, insomma, penso che alla base ci debba essere una sorta di affinità e di stima reciproca, sì altrimenti non ha senso, insomma, ognuno si circonda delle persone che piú gli somigliano, in questo caso in tante cose ci somigliamo 

INTERVISTATORE: Ancora Gigi che chiede sul tuo sito nella sezione  a proposito di prendi posizione su alcuni gravissimi problemi  che ci affliggono credi che manifestazioni come Live Aid e simili siano effettivamente utili a queste cause o sono solo pubblicità per chi vi partecipa?

FIORELLA: Beh io penso che questo dipende dalla coscienza individuale, cioè se uno partecipa ad una manifestazione del genere perché pensa che in quel modo . . .  passare per televisione o pensa che esserci è importante perché ne vuole cavare un aspetto diciamo così promozionale, io questo non lo so. Certo è che non posso entrare nella coscienza della gente, certo è che mi piace pensare che quelli che vi partecipano lo fanno per spirito di solidarietà, e a volte possono essere utili, perché no? Cioè io penso che "Live Aid" è stato utile piú di qualsiasi altro discorso al di là dei fondi raccolti che hanno fatto comodo ai destinatari e penso anche che ci sia stata una mobilitazione a parlare del problema, del problema soprattutto africano che in questo momento è un problema che va affrontato e, ripeto, questo sta alla coscienza di ognuno di noi, io non posso sapere chi ha partecipato perché sentiva la causa e chi  lo ha fatto per essere trasmesso per televisione, non lo so. Io voglio pensare invece che ci sia stata una partecipazione civile e cosciente ed onesta.

INTERVISTATORE: Ecco ancora Michela ti chiede . . . fa una domanda a proposito di un cantautore di cui penso tu non abbia ancora interpretato alcuna canzone Hai mai pensato Fiorella di cantare una canzone di Renato Zero? Secondo me faresti contenta tanta gente oppure che Renato ti regali una canzone sua, qualcuna che è in contatto con lui potrebbe farglielo sapere,   chi è in contatto con lui potrebbe farglielo sapere ciao da Michela

FIORELLA: ma ci siamo visti . . . quando è stato. . . neanche un anno fa proprio qui a Milano, siamo andati a cena insieme e ti dirò che se n'è anche parlato di questa possibilità

 

INTERVISTATORE: e si sta concretizzando qualche cosa?

FIORELLA: ma per adesso non ci siamo piú sentiti, è un po' che non ci sentiamo, però chissà? Sai queste cose non si possono programmare, niente di quello che ci succede intorno, almeno per me con le persone che conosco, si possono programmare. Sono cose che succedono così perché devono succedere, per appunto come dicevamo prima per simpatia, per stima, per voglia di fare. Non escludo che questo un giorno possa capitare, conosco Renato da tanti anni, se avesse la possibilità di scrivere una canzone adatta a me, la canterei volentieri perché no??

INTERVISTATORE:  Quindi aspettiamo e potrebbe succedere anche quest'altra cosa nuova

FIORELLA: Sì, chissà??

INTERVISTATORE:  C'è Sissi che ti fa una domanda piú personale e ti dice immagino la tua vita in tour: alberghi, ristoranti e simili. E' bellissimo viaggiare, ma da donna ti manca un po' quel tran-tran domestico? Una casa, un luogo tuo fatto dalla tua cucina eccetera?

FIORELLA: Assolutamente sì! E' la cosa che piú mi manca quando sono in giro e infatti adesso che la tournée sarà finita spesso mi domandano "ma vai in vacanza?"  ma non ci penso per niente di rifare una valigia, di rimettermi lì, vestire di nuovo e pensare a quello che mi devo mettere, andare in albergo, la sera devo scendere a cena, me devo rivestire, NO! Ho la fortuna di avere una casa in campagna, mi rifugio lì, voglio stare in tuta da ginnastica per almeno almeno un dieci giorni senza . . . poi dopo magari ci penserò ma per adesso proprio  . . . quello che mi manca di piú  è proprio questo, è la casa ma credo che tutti quelli che viaggiano spesso hanno questo desiderio di tornare a casa, anche se devo dire che questa è la parte del mio lavoro che mi piace di piú, non potrei farne a meno, io non potrei pensare a questo lavoro senza pensare di poter andare a cantare in giro davanti alla gente, mi piace, è la parte piú divertente piú gratificante, sono contenta di farlo. Quando sono ferma per troppo tempo quello che mi manca di piú è andare in giro. Poi certo quando ci stai comincia ad essere due o tre mesi che vai a casa pochissime volte senti il desiderio del tuo letto, della tua cucina . . . 

INTERVISTATORE:  Fra l'altro anche mi ricordo di un'intervista che ho letto e che diceva . . . in cui tu dicevi che il tempo migliore è quello dedicato a sé stessi, no? Penso che ogni tanto, anzi a maggior ragione viaggiando così tanto e dovendo stare così tanto sempre in mezzo alla gente poi ci sia l'esigenza di stare soli con sé stessi ogni tanto

FIORELLA: Ma, io penso di essere una persona estremamente privilegiata, prima cosa per il mestiere che faccio, perché faccio un mestiere che mi piace e questo non è fortuna di tutti, poi di avere un riconoscimento e questa è un'ulteriore fortuna e un ulteriore privilegio e poi perché sì, passiamo dei periodi così lunghi in cui ecco veramente a volte mi sveglio e non mi ricordo piú dove sono, perché abbiamo migliaia di chilometri sulle spalle e periodi molto lunghi di pressione, dove sei sotto pressione, stress, con delle responsabilità però ho anche la fortuna di avere dei periodi lunghi da dedicare a me stessa, e questo credo che sia una fortuna indicibile ed è una fortuna e un privilegio che mi rendo conto di avere so di essere una persona fortunata, perché spesso mi accorgo e so, insomma, basta guardarsi intorno, le persone si alzano alla mattina vanno a lavorare la sera tornano a casa stanche non hanno tempo né di dedicare tempo ai propri figli né di leggere un libro né di dedicare tempo a sé stessi e questo del tempo, ecco, il tempo che ho a disposizione in certi momenti, in certi periodi della mia vita credo che sia  la ricchezza piú grande che una persona possa avere

INTERVISTATORE: Dani83 ti chiede Ti capita mai di fermarti a guardare il cielo e di chiederti se qualcosa  dall'altra parte dell'universo sta facendo la stessa cosa? Ti piacciono le costellazioni? C'è qualche costellazione che per te ha una qualche importanza?

FIORELLA: Beh devo dire che non lo faccio spesso. Ma a tutti è capitato di domandarsi dove finisce, dove comincia e dove finisce, dove finisce e cosa c'è e cosa c'è dopo quando è finito per cui questo fascino dei buchi neri delle costellazioni e del cosmo penso che piú o meno sia successo un po' a tutti, ecco, di farsi delle domande di questo tipo, poi alla fine non riesci a datte una risposta per cui rimane il fascino del sapere appunto del non sapere. Le costellazioni si, mi capita a volte nelle notti d'estate di alzare la testa  e guardare in alto come succede a tutti ma non c'è una costellazione che conosco così bene, so a malapena dov'è il grande carro perché lo riconosco ma per il resto non ne so granché, sono sincera

INTERVISTATORE:  Senti invece Daniele da La Spezia ti riporta ancora un po' sulla realtà perché ti chiede, ti fa una domanda sul caso Masini, Marco Masini

 

 un commento se te la senti sulla vicenda e la decisione circa l'abbandono di Masini dalla scena musicale e comunque sia hai conosciuto lungo la tua carriera episodi simili a Masini o a Martini? Un abbraccio 

FIORELLA:  . . . Oddio io non ne so niente! Ha abbandonato la scena musicale?

INTERVISTATORE: Ha deciso diii  . . . sì! Ha deciso di smettere di cantare

FIORELLA: Io chiedo scusa ma . . . non ne sapevo niente

INTERVISTATORE: Beh è in tournée da due mesi, quindi . . .  

FIORELLA: Allora è in tournée!

INTERVISTATORE:  no, TU sei in tournée e quindi eri anche giustificata . . .

FIORELLA: Aaaaah  eh no! Mi perdoni Masini, non lo sapevo! Non lo so insomma, sono questioni talmente personali . . . 

INTERVISTATORE: Però ti chiede anche se hai conosciuto negli anni passati casi simili a questi di un cantante che ad un certo punto decide di abbandonare la scena per qualsiasi altro motivo . . . 

FIORELLA: No, ci sono i Pooh che danno l'addio alle scene da vent'anni [ride] 

INTERVISTATORE: e poi puntualmente ci ritornano

FIORELLA: No scherzo, era uno scherzo però quando dicono "basta questo è l'ultimo album, è un addio" poi invece vedi che la loro carriera va avanti imperterrita e inossidabile! No, no, adesso a parte  gli scherzi non m'è mai capitato

INTERVISTATORE:  Senti invece Marzia . . . Marzia è un po' cattivella, fa delle domande sempre un pochettino . . .  le pesa invecchiare? Cosa vuol dire per una donna? e per te in particolare?

FIORELLA: Beh, dire che non si fanno i conti con lo specchio sarebbe ipocrita e bugiardo, sono in un'età in cui faccio i conti con lo specchio, mi guardo e vedo che gli anni passano. E dire che questo mi fa piacere, NO, non mi fa piacere. Allora cerco di combattere, cerco di andare in palestra il piú possibile, cerco di tenermi in forma, perché cerco di resistere. Oddio non è che questo mi tolga il sonno eh? Non sono una fissata, e una che cerca la giovinezza a tutti i costi, e non sarei disposta a menomazioni per questo e comunque non sarei disposta a siliconi vari, perché non mi piace, non dico che un giorno non ricorrerò alla chirurgia plastica, non ho nulla in contrario, non mi piace che la gente si cambi i connotati, ecco, questo non lo farei mai, non chiederei mai zigomi che non ho mai avuto, labbra che non ho mai avuto, ma magari 'na tiratina!!!

INTERVISTATORE:  Oooh io adesso sono contento di leggere questa domanda . . .

FIORELLA: Però ecco a prescindere da queste cose estetiche, mi auguro solo di rimanere in salute e con il cervello . . . l'unica cosa che mi fa terrore della vecchiaia è la perdita della ragione e della memoria, ecco questo penso, che poi al di là dell'aspetto fisico che poi alla fine uno se ne frega, ma la memoria e la ragione penso che sia . . . vorrei continuare a mantenere il cervello attivo, questa è la cosa che mi fa piú paura di tutte.

INTERVISTATORE: Senti io sono particolarmente contento di leggere questa domanda di Clau perché dice Ciao Fiorella questa non è proprio una domanda e sicuramente non sarà votata invece, Clau, ha ricevuto sei voti la tua domanda, il tuo saluto  e tu non saprai mai che ti ho scritto

FIORELLA: Io???

INTERVISTATORE:  sì, dice tu, Fiorella, non saprai mai che io ti ho scritto e invece adesso lo sai ma io volevo solo salutarti e darti il bacio piú grande che c'è dato che non potrò partecipare alla tua interNetvista. Ti voglio bene Clau 

FIORELLA: Allora Clau la conosco, Clau se non mi sbaglio ha diciassette anni, o sedici o diciassette anni, ed è giovanissima e mi manda sempre i saluti della buonanotte  per cui approfitto di questa . . . l'ho già salutata tramite forum altre volte ma è veramente carina! Sono contenta che voi l'abbiate sorteggiata perché mi fa piacere salutarla.

INTERVISTATORE: Bruno ti fa una domanda . . . non sono un tuo fan  ma sono una persona che ti ammira molto per le qualità musicali e la sensibilità verso il bello e il triste della vita. Visto che non è banale sarebbe importante prima di un concerto o di un album raccontassi il valore per te penso che si riferisca al bello e al triste della vita! Al valore del bello e del triste della vita.

FIORELLA:  ehm io penso che . . . 

INTERVISTATORE:  a proposito di questo anch'io ho notato che tante volte tu riesci ad esprimere nelle tue canzoni i lati piú dolorosi, forse anche piú tristi della vita  però lo riesci a fare in un modo che spinge chi ascolta quella canzone ad accettare serenamente anche questi aspetti forse piú oscuri e piú pesanti della nostra vita  adesso io non so se la domanda di Bruno si riferisse a questo però mi veniva in mente questa cosa che anch'io ho sentito tante volte ascoltando alcune tue canzoni come quelle del tuo ultimo album sono comunque canzoni che raccontano storie tristi raccontano sempre separazioni però lo fanno in un modo in cui, cioè, in un modo che nel cuore dell'ascoltatore vengono suscitate da una parte eccitazione dall'altra parte quasi voglia di riscatto, o comunque grinta per superare quella condizione di dolore

FIORELLA: Beh perché forse questo fa parte della mia personalità, io non scappo dal dolore nel senso che non vado certo in cerca di storie dolorose, ma quando mi capita di ascoltarle . . . detesto la gente che scappa dal dolore. Purtroppo è pieno il mondo e stiamo in un'epoca un po' strana, diciamo così, si scappa dal dolore, cioè la gente non vuole soffrire. Sembra che tutto ciò che ti capita intorno, qualcosa che è come da evitare, come fosse un virus da evitare. Beh io non scappo, nel senso che il dolore non mi fa paura, cioè, ti ripeto, non lo cerco, non sono di certo quella che va a ricercare le storie tristi per forza, ma quando mi capita lo affronto con coraggio, anche quello che capita a me, penso che il dolore faccia parte della nostra vita. Fare finta di niente non serve, perché poi tutti, TUTTI ci troviamo una volta o due nella vita ad affrontare cose che sono veramente dolorose, per cui non serve, è meglio esorcizzarlo parlandone: è quello che faccio!

INTERVISTATORE: Io mi ricordo a proposito dell'accettare alcune debolezze nostre, la presentazione secondo me bellissima che hai fatto durante il concerto di Milano di febbraio della timidezza, quando hai introdotto "Occhi Neri", che hai detto "la timidezza da tanti è considerata una malattia e se è da considerare una malattia" tu hai detto "secondo me non è una malattia da curare, ma una malattia da salvaguardare" 

FIORELLA: Sì secondo me sì perché lo penso seriamente e sinceramente, cioè mi fanno molta piú simpatia i timidi che gli arroganti, sempre tornando ai tempi in cui stiamo vivendo cioè, preferisco le persone impacciate a quelle che stanno a proprio agio in ogni situazione, quelli che raccontano le barzellette, quelli che "buongiorno a tutti", quelli che pacche sulle spalle, non mi fanno simpatia, mi fanno piú simpatia quelli che sono da scoprire, quelli che in genere si tengono in disparte, per timidezza, per riservatezza, perché a volte la riservatezza è parente intima della timidezza. Sono piú portata ad avere simpatia per questo tipo di persona che dell'altra

INTERVISTATORE: Adesso ti faccio una domanda che ci arriva da Steve Come fai a suscitare emozioni così forti quando canti?

FIORELLA: perché mi emoziono io per prima! Ecco, forse se ci riesco, ci riesco perché io mi emoziono per prima, perché il lavoro dell'interprete è un po' come il lavoro dell'attore. Un attore riesce a dare il meglio di sé quando ha una buona storia da raccontare e per me è la stessa cosa, se ho una buona storia da raccontare, una storia nella quale potermi identificare per cose che ho vissuto, ma non necessariamente, anche per cose che ho visto vivere agli altri e che potrebbero un giorno interessarmi da vicino. Ecco perché do sempre molta importanza ai testi, do sempre molta importanza a quello che dico perché voglio assumermi la responsabilità di quello che dico, anche se quello che dico è stato scritto da altri, non me lo dimentico, cioè quando scelgo una canzone la scelgo perché è come se l'avessi scritta io e allora provando io stessa delle emozioni forse, se ci riesco, quando ci riesco, riesco a trasmetterla agli altri.

INTERVISTATORE:  Senti Marcella ti chiede ciao Fiorella ho notato che per la prima volta interpreti un brano scritto da una donna, chi è Ilaria Scala?

FIORELLA: Sì! Ilaria Scala . . . sì c'è una ragazza che ha scritto un testo la musica è stata scritta da Piero fabrizi. Questa ragazza insieme a tante altre ragazze mi ha fatto pervenire un testo che poi non era . . . era una poesia, però questa poesia aveva una musicalità, perché non sempre le poesie . . . adesso qui c'è da parlare qualche secondo sulla confusione che la gente fa tra poesia e canzone. La poesia e la canzone viaggiano su binari paralleli, ma non si incontrano mai, tant'è vero che spesso hanno provato a musicare poesie con scarso risultato o è successo anche eccetto casi sporadici che qualche bravo poeta abbia deciso di scrivere un testo su una musica ma come vedi non s'è mai concretizzato nulla, perché in realtà la canzone ha delle regole che la poesia non ha, la canzone è imbrigliata nella musica, la canzone ha bisogno di un inizio, di uno svolgimento e di una conclusione, mentre la poesia no, ci sono poesie di Pasolini lunghe quattro pagine e di altri poeti. La canzone no, per cui c'è un modo di scrivere canzoni che non è lo stesso modo che si usa per scrivere poesie. Questo testo aveva una sua musicalità, questa poesia aveva una musicalità, l'ho fatta leggere a Piero, perché il testo era arrivato a me e tutt'e due concordi col dire che poteva essere utilizzato come testo per una canzone. 

INTERVISTATORE:  Qual è il titolo della . . . 

FIORELLA: L'uomo di polvere. E' uno stranissimo testo, un testo molto strano, che . . . io almeno ci ho visto una descrizione di un disturbo, quasi di un disturbo mentale, è una curiosa canzone, bella, bel testo.

INTERVISTATORE: E poi sempre Marcella ti chiede se canteresti una canzone scritta da uno sconosciuto, se questa canzone ti colpisse

FIORELLA: Sì, e come no? Magari!! Ne sarei anche diciamo . . . stuzzicherebbe anche la mia vanità di scopritrice di talenti  perché no? Mi piacerebbe eccome! Ma io sento sempre, ascolto sempre tutto quello che mi viene fornito, che mi viene dato, magari ci metto un po' di tempo perché è normale che, adesso per esempio che sono in tournée ho una valanga di cd, di cassette, di testi da visionare e onestamente non ho avuto tempo di aprirne neanche uno. Adesso che la tournée sarà finita con calma, ogni tanto comincerò a sentire tutto.

INTERVISTATORE: Ancora Daniele da La Spezia ti dice hai recentemente dichiarato la tua passione per il teatro e la voglia di cimentarti in un prossimo progetto. Ci stai ancora pensando e soprattutto in che genere vorresti cimentarti? Un abbraccio da Daniele e la Katia

FIORELLA:  Beh non ho detto che ho questa passione per il teatro . . . ho detto che, probabilmente, forse, che non mi dispiacerebbe mettermi alla prova con un altro tipo di spettacolo che non sia per forza legato alla musica. Diciamo che finora m'hanno proposto sempre commedie musicali e onestamente io non le amo molto sono sincera, non sono un'appassionata di commedie musicali e neanche di film musicali, quando nei film cantano non vedo l'ora che finiscano di cantare perché proprio non è una passione

INTERVISTATORE:  Infatti c'era qualcun altro che ti proponeva di fare un musical

FIORELLA: Eh no! E' una cosa che non . . . 

INTERVISTATORE: Non è una cosa che ti piacerebbe fare!

FIORELLA: No! Non li amo molto eccetto i musical, quelli classici, sai quelli talmente famosi e talmente belli, posso dire Cher  E' possibile che abbia citato  posso dire  . . . ecco ho visto per esempio ultimamente una bella cosa, erano anni che non lo vedevo, il  Nôtre Dame de Paris quando è venuto qui, devo dire che è un bel musical anche se io continuo a non avere questa passione ecco non ho una passione per i musical, no!

INTERVISTATORE: Adesso c'è un saluto di Annamaria ti voglio ringraziare perché tramite le tue canzoni ho trovato la forza di combattere la mia malattia, sono stata mastectomizzata e sto facendo la chemio volevo farti i complimenti per il tuo concerto e chiederti di fare piú serate a Roma se puoi

FIORELLA: Innanzitutto di fronte a queste cose che dire non posso fare che gli auguri di tutto cuore e che trovi la forza necessaria per affrontare tutto questo. E' facile dirlo da fuori però, insomma, non troverei altre parole per poterle stare vicino e poi mi fa piacere, ecco, in questi casi io mi sento veramente una formica, ecco, mi sento come una formica che affronta cose piú grandi di sé! Questa mi sembra una cosa molto piú grande delle mie possibilità, per cui quando lo sento non può che farmi piacere naturalmente, ma mi sembra proprio di . . . mi sembra talmente poco quello che faccio rispetto a cose così gravi e così importanti che veramente mi sento piccola piccola e non so che cosa dire. E poi i concerti a Roma non dipendono da me, purtroppo noi affidiamo i nostri calendari alle agenzie, io spero, però a Roma quest'estate so che parteciperò almeno questo è quello che mi hanno detto a questa manifestazione che si chiama "Fiesta" ed è a Roma, non ho mai partecipato per cui . . .  so che è una manifestazione grandissima che chiama . . . 

INTERVISTATORE: Quando?

FIORELLA: . . . a luglio, però, ecco, chi segue magari il mio sito darò informazioni all'interno appena il calendario si sarà delineato, adesso è un po' presto, so, m'hanno detto che parteciperò a questa manifestazione, manifestazione popolarissima a prezzi bassissimi per cui, ecco, anche questo volevo dirlo, a volte mi hanno scritto nel forum che i prezzi dei biglietti erano alti in teatro, mi rendo conto che è vero, però i teatri purtroppo sono quelli che sono non abbiamo spazi intermedi, o si va negli stadi o ci sono teatri da mille posti, da novecento posti da millecento posti, non abbiamo gli spazi intermedi da duemila e cinque, tremila posti, sono rari. Ecco, se pensi che il teatro Smeraldo di Milano è il teatro piú grande d'Italia e porta duemila persone, purtroppo i costi lievitano per questo perché la struttura è una struttura che va in giro è una struttura grossa con tanta gente che ci lavora e i posti in teatro sono quelli, allora cercherò quest'estate quando mi sarà possibile, ecco, per esempio faremo l'idroscalo a Milano, dove il costo del biglietto è veramente irrisorio, così cercherò di fare in modo che possano partecipare tutti quelli che non hanno potuto o trovato posto o non hanno avuto possibilità proprio economiche di accedere in teatro

INTERVISTATORE: Quindi all'idroscalo verrai anche quest'estate!

FIORELLA: Sì

 

INTERVISTATORE:  Senti Dan ti chiede l'amore si paga con l'amore, ma perché bussare alla porta di Dio se c'è l'amore? E perché piangere e ogni volta dare un significato preciso alle lacrime?

FIORELLA:  Che domande mi fanno! Io questo non lo so, penso che si bussa alla porta di Dio per avere delle risposte, risposte che, per quel che mi riguarda dicevo prima, non riesco a trovare, non riesco a trovare né il perché delle ingiustizie del mondo, non riesco a trovare perché la gente muore, non riesco a trovare . . .  tanti perché non riesco a trovarli, io almeno non ci riesco, magari qualcuno lo farà e qualcuno sarà piú fortunato. E' vero che l'amore si paga con l'amore, è vero che basterebbe questo, in realtà, ma mi pare che insomma la realtà ci dimostri che purtroppo non è così, dovrebbe essere così, ma così non è!

INTERVISTATORE: Senti Stefano ti fa una domanda a proposito del Pavarotti &Friends e chiede che cosa canterai . . . 

FIORELLA: Non lo so!

INTERVISTATORE: . . . in quella manifestazione . . . non lo sai ancora?

FIORELLA: non so niente ancora! E' presto. 

INTERVISTATORE: e duetterai con Luciano? 

FIORELLA: beh se si va lì, se si decide di andare, sicuramente si dovrà duettare con Luciano, ma non so niente, è un po' presto 

INTERVISTATORE:  se sì lo farai con una tua canzone o ti cimenterai in un pezzo d'opera?

FIORELLA:  eh ancora non lo so, un pezzo d'opera . . .  oddio, non lo so, ma tutto è possibile, non so niente ancora, è presto!

INTERVISTATORE:  Elena da Torino ti chiede qual è la canzone tra quelle che hai interpretato che senti piú tua, qual è quella che ti regala piú emozioni

FIORELLA: Beh questa è come quella "con quale cantautore ti senti . . . non lo so, prima ho citato "i treni a vapore" che è una delle piú belle canzoni insieme magari a, non so, "quello che le donne non dicono" sono quelle canzoni che ti rimangono addosso per sempre. Un'altra canzone che posso citare che è una delle piú belle che io abbia sicuramente ricevuto è Giovanna d'Arco di Francesco De Gregori, ecco penso che queste canzoni qui siano tra le mie piú belle

INTERVISTATORE: poi penso che dipenda molto dal periodo, no? in cui si canta quella canzone

FIORELLA: Assolutamente sì, sì

 

INTERVISTATORE: Per cui non ce n'è una in assoluto . . . 

FIORELLA: no, io non riesco a dirlo, non riesco, adesso per esempio quella che canto con piú emozione tutte le volte è l'assenza, perché mi coinvolge da vicino e la sento piú mia, faccio sempre fatica la sera ad arrivare alla fine perché . . . però insomma è difficile dire . . . non ce la faccio a dire qual è la canzone, sono talmente state tutte importanti per me che non posso sceglierne una, è impossibile

INTERVISTATORE: Caterina ti fa una domanda sulla differenza tra fragilità e debolezza a proposito del tuo ultimo album hai dichiarato che essere fragili vuol dire essere in una condizione di debolezza. Non pensi che ci sia differenza fra le due realtà? In fondo si è deboli quando non si vede piú una via d'uscita, fragili quando si soffre ma si sa di avere forza per reagire cosa ne pensi?

FIORELLA: Beh diciamo che penso che innanzitutto la vita ti pone di fronte a prove difficili da affrontare, questo ti crea uno stato di fragilità poi sta a noi cercare di reagire e non cadere nella debolezza e cercare di reagire e di uscirne. Io penso che ammettere la propria fragilità è un punto di forza. Sembra una contraddizione in termini ma in realtà non lo è. L'avere la forza di ammettere di essere fragili, di chiedere aiuto a volte quando ne abbiamo bisogno, questo è un punto di forza, certo è che ci sarebbe da giocare sulle sfumature, adesso, fra debolezza e fragilità. Diciamo che bisogna avere la forza di uscirne da tutt'e due i casi e penso che questo sia l'importante, però il doverlo e poterlo ammettere credo che sia una . . . 

INTERVISTATORE: A proposito della forza di uscire mi viene in mente quello che tu hai scritto a proposito della tua canzone come si cambia, si cambia per non morire e in una recente intervista ho letto che tu dicevi che sempre si ha la forza per cambiare quindi sempre si ha la forza di uscire dalle situazioni difficili e di dolore, però io e penso anche altri penso conosciamo persone che non ce l'hanno ancora fatta o comunque che ce la stanno forse facendo ma sono ancora immersi, vorrei, insomma, che tu dicessi anche due parole a queste persone che forse adesso stanno facendo fatica a trovare questa forza.

FIORELLA: Beh io penso che non c'è dolore che non si possa sopportare, diceva qualcuno, cioè il dolore che non sopporti ti ucciderà sul colpo, diceva il saggio, e penso che sia fondamentalmente così. Tutti i dolori si possono sopportare, nel momento in cui li stai vivendo ti sembrano insormontabili, ti sembra che il mondo ti crolli addosso, ti sembra che la tua vita sia finita, però credo che il guardarsi intorno e rendersi conto che insomma come dicevamo prima ognuno di noi è toccato ad affrontare cose difficili, se ne viene fuori, prima o poi se ne viene fuori, bisogna certo avere la forza di farlo e a volte quando non si ha la forza di farlo bisogna avere il coraggio di chiedere aiuto, non bisogna neanche lì vergognarsi perché a volte il dolore ti fa cadere in depressione e la depressione è una brutta bestia, che bisogna combattere bisogna affrontare bisogna avere il coraggio di ammetterlo di essere depressi. E poi con i mezzi e i metodi che ognuno ritiene piú validi per ognuno di noi. C'è chi l'affronta con i farmaci, c'è chi l'affronta con la psicoterapia c'è chi l'affronta con la psicoterapia e i farmaci, ma credo che questo è un problema serio, un problema serio che va affrontato perché c'è una percentuale altissima di persone in preda alla depressione e molti non lo vogliono ammettere, le famiglie fanno finta di non accorgersene perché è doloroso dover ammettere di avere un familiare con dei disturbi e invece bisogna avere il coraggio di parlarne e di cercare di uscirne quando c'è una patologia di questo tipo e poi quando invece c'è soltanto il dolore da affrontare cercare di rimboccarsi le maniche e uscirne ripeto se ce la facciamo da noi è meglio, io penso che la forza la si trova altrimenti ci sarebbe un mondo pieno di Zombies, invece vedi che ce la facciamo poi alla fine a . . . 

INTERVISTATORE: Senti Fiorella concludiamo con l'invito a cena che ti viene fatto da Giovanna

FIORELLA: Ah! Adesso veramente c'ho 'na fame Giovanna! [ride]

INTERVISTATORE: e però il problema è che è a Roma

FIORELLA: Ah e vabbeh allora dovremmo rimandare!

INTERVISTATORE:  Quando vieni a Roma e non stai dai tuoi vieni  a cena da me? Cucino bene ho un bel marito e due figlie carinissime, ciao ciao da Giovanna

FIORELLA: Grazie Giovanna, mando un saluto affettuoso al marito carinissimo e alle due figlie

INTERVISTATORE:  E con questa domanda concludiamo la nostra interNetvista a Fiorella Mannoia che ringraziamo ancora tantissimo di essere venuta qui . . . 

FIORELLA: Grazie, grazie a voi

INTERVISTATORE: . . . di aver raccolto il nostro invito e di aver dialogato per un'ora con i suoi fans salutiamo e ringraziamo tantissimo tutti voi che siete stati collegati con noi per quest'ora e vi ricordo che Diotima organizzerà altre interNetviste, speriamo ancora con Fiorella . . .

FIORELLA: Volentieri, sono stata bene!

INTERVISTATORE:  . . . per ritornare qui a dialogare con i suoi fans periodicamente e anche con altri personaggi, quindi ogni tanto andate a vedere il sito www.diotima.it Ciao a tutti e ancora grazie

FIORELLA: Ciao, grazie!

 

 

 

In occasione dell'uscita del suo nuovo album, Fiorella Mannoia è stata ospite di Radio Capital. Intervistata da Silvia Mobili per Capital.it, la "rossa Fiorella" ci ha parlato dei suoi autori preferiti, delle sue collaborazioni con Ivano Fossati e Francesco De Gregori.Fragile è un disco che parla di seperazione - dice Fiorella del suo album -, di tre gradi di separazione, quella che riguarda due persone che stanno insieme quando uno decide di andarsene, quella che genera la guerra con le sue lacerazioni, e quella più terrbile, definitiva, la morte.In Fragile, Fiorella Mannoia interpreta alcuni successi dei grandi autori italiani, da Paolo Conte a Francesco De Gregori, fino a Fabrizio De Andrè. Fiorella ci parla del suo rapporto con le giovani generazioni, le nuove leve della canzone italiana, Daniele Silvestri e Samuele Bersani, e infine ci rivela un sogno: "Se proprio devo esprimere un desiderio, vorrei fare un duetto con Bruce Springsteen..."

 

Fiorella Mannoia
L'album è anche un omaggio nei confronti di quelle persone che mi hanno sempre seguita in concerto
CERTE PICCOLE VOCI" SUSSURRATE, cantate, prese in prestito.
   L'ultimo album di Fiorella Mannoia è una raccolta "live" di tutte le canzoni più belle dell'interprete fino ad ora mai registrate. Dentro "Certe piccole voci" ci sono infatti tutti i pezzi più significativi, che hanno scandito la carriera della Mannoia: I treni a vapore e Le notti di maggio di Fossati, I Muscoli del capitano di De Gregori, la più recente e suggestiva Sally di Vasco Rossi. Insomma l'album racchiude un po' tutta la sua storia. Una storia che Fiorella tornerà a ridire sul palco nel corso del suo imminente tour (a questo proposito farà tappa a Riccione il prossimo 8 marzo).

   Al centro del tour ci saranno sicuramente le canzoni - spiega la cantante, ospite nei giorni scorsi negli studi di Radio Gamma Regione Romagna - poi sicuramente avrò modo di scambiare anche qualche parola con il pubblico, ma non è che ho in mente di fare o dire delle cose ben definite, credo che ogni volta sarà diverso.

Un album raccolta significa anche voler fare un po' il punto della situazione?
   Non necessariamente. Ho voluto scandire le tappe di un percorso, questo sì, ma si trattava solo di un desiderio dettato dalla voglia di fermare i momenti più belli che hanno fatto parte del mio lavoro e che lo hanno reso importante. E poi l'album è anche un omaggio nei confronti di quelle persone che mi hanno sempre seguita in concerto. È una cosa che ho voluto fare e mi sembrava giusto fare.

C'è un autore, che ha scritto per te con il quale riesci ad entrare meglio in simbiosi?
   È davvero difficile dirlo, per me ha scritto grandi canzoni Ruggeri, basti citare Quello che le donne non dicono, Fossati, De Gregori. Sono talmente diversi i loro linguaggi, che è sempre stata una sfida cercare di filtrare la loro scrittura attraverso la mia sensibilità. Non credo di avere preferenze in questo senso.

C'è invece un'autrice che stimi e che vorresti scrivesse qualcosa per te?
   Nel corso della mia carriera non ho mai interpretato un brano scritto da una donna, mi sarebbe piaciuto molto, ma è anche vero che le autrici sono poche. Certo adesso si stanno facendo strada, tra le più giovani, delle proposte interessanti, ma sono di un'altra generazione e il loro è un linguaggio che non si addice ad una donna di 40 anni. È vero che per me hanno scritto anche autori giovani come Bersani e Silvestri, ma in questo caso c'è una comunanza di espressione.

Fiorella Mannoia non ha mai pensato di cimentarsi nella stesura di un testo?
   No, mi piacerebbe, ma dovrei confrontarmi con un repertorio troppo importante. Non è difficile scrivere canzoni, piuttosto è difficile scrivere queste canzoni.

Come riesci a fare tuo un brano?
   Semplicemente scelgo di interpretare solo canzoni e concetti che condivido e di assumermene la responsabilità. Non ho mai voluto cantare brani che non sentivo miei e sono sempre riuscita a capire le cose che avrei potuto fare adattandole alla mia personalità.

Ti è mai capitato di ascoltare un pezzo e di innamorartene a prima vista?
   Sì, di recente mi è successo con Sally di Vasco Rossi. Il bello di essere interprete è che tutto quello che vuoi cantare riesci a cantarlo.
Comunque va sempre più scomparendo nel panorama musicale di oggi la figura dell'interprete?
    Si è vero, tra le nuove generazioni forse possiamo definire un'interprete Giorgia. Ma questo non credo che sia né un bene né un male. Se qualcuno riesce a scrivere quello che canta, allora tanto meglio.

Hai mai perso un'occasione nel corso della tua carriera?
   Non ho mai rinunciato a niente. Amo questo lavoro, lo faccio con passione ed onestà, ma non l'ho neanche mai messo al primo posto, nella vita, credo ci siano cose molto più importanti                                                                   

 

Il fascino della discrezione e della misura, l'armonia fra la ricerca musicale ambiziosa e policroma e la semplicità dei gesti che ce la comunicano. L'intensità e la fierezza di una voce in grado di aggiungere dignità alla dignità di sempre, vestono le canzoni che questa voce canta. Erede della grande tradizione delle interpreti, eccezione alle regole che giudica leggera e superficiale l'artista che non scrive ciò che canta, Fiorella Mannoia costituisce un caso unico nel panorama della musica italiana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Romana di nascita ma trasferita a Milano da molti anni, ha saputo costruirsi dalla metà degli anni ottanta la necessaria credibilità per diventare la voce e il controcanto femminile di una canzone d'autore storicamente declinata al maschile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli esordi risalgono a Castrocaro, dove nel 1968 Fiorella si esibisce con "Un bimbo sul leone", brano di Adriano Celentano (già da allora -dunque- emerge la vocazione ad interpretare brani nati per tonalità "maschili"). Nello stesso periodo, comincia ad incidere i primi 45 giri. Nel 1972 dà vita al sodalizio col musicista Memmo Foresi, con il quale forma il duo "Mannoia, Foresi & co." (da cui un solo, omonimo, Lp). La prima occasione di incontro col grande pubblico è il Festival di Sanremo del 1981, dove Fiorella presenta "Caffè nero bollente". A questa esperienza segue un Lp con brani dal sapore rock-aggressivo, del tutto in linea con il brano sanremese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Del 1984 è l’esperienza televisiva di Premiatissima. Durante i 9 mesi di programmazione della trasmissione, Fiorella presenta un brano a settimana, risultando regolarmente in testa -nella graduatoria risultante dai voti da casa- alle sue colleghe anche più affermate. Il repertorio scelto per quell’occasione segna già il dirigersi di Fiorella verso il repertorio cantautorale: si va infatti da "Margherita" di Cocciante a "Il Pescatore" di De André, a celebri brani di Lauzi, De Gregori, Dalla, Baglioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma la vera svolta per la carriera -e forse per la vita- di Fiorella arriva con il Festival di Sanremo del 1984. L’interpretazione di "Come si cambia" segnerà per lei una vera e propria presa di coscienza: "è stato con quel brano che ho capito che cantare era ormai diventato il mio mestiere. E soprattutto, ho capito che la mia vocazione era quella di toccare la corda delle emozioni".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed è perseguendo questa strada che si arriva al Festival di Sanremo del 1987, che segna il definitivo approdo a quella via musicale che ancora oggi caratterizza in maniera distintiva il lavoro di Fiorella. In quell’occasione presenta infatti "Quello che le donne non dicono", brano scritto espressamente per lei da Enrico Ruggeri, che si dimostrerà dunque il primo tra i grandi cantautori a credere in lei come voce privilegiata alla quale affidare i propri versi. Fiorella vince il Premio della Critica, e il successo è tale che "Quello che le donne non dicono" rappresenta ancora oggi il brano con cui il pubblico più la identifica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1988 Fiorella torna a Sanremo con "Le notti di maggio" di Ivano Fossati, l’autore con cui a tutt’oggi esiste la maggiore "simbiosi". Il brano si aggiudica nuovamente il Premio della Critica. E’ una sorta di consacrazione: a questa esperienza segue infatti l’Lp "Canzoni per parlare", album che racchiude in sé alcune delle più prestigiose firme della canzone italiana: Ruggeri, Fossati, Ron, Cocciante. Presenza importante nella realizzazione del lavoro è quella di Piero Fabrizi. A partire da questo album in poi, Fabrizi curerà la produzione, gli arrangiamenti e la composizione di vari brani. E' il disco della svolta, del definitivo riconoscimento di critica e pubblico, che decreterà al lavoro un successo di vendite importante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1989 esce "Di terra e di vento", l’album della raggiunta maturità artistica di Fiorella (nonché quello che a tutt’oggi vanta il maggior successo di vendite). Alle firme già presenti nel precedente lavoro si aggiunge Francesco De Gregori ("è il coronamento di un sogno", rivelerà Fiorella), che mai prima di allora aveva affidato ad altri un suo brano inedito. "Canzoni per parlare" e "Di terra e di vento" le valgono, per due edizioni successive, la Targa Tenco come migliore interprete. Negli anni seguenti escono "I treni a vapore" (1992) e "Gente comune" (1994), lavori in cui Fiorella prosegue nella collaborazione con i "suoi" cantautori (con un’attenzione anche a nuovi talenti come Samuele Bersani). Nanni Moretti sceglierà da "I treni a vapore" la canzone "Inevitabilmente", per inserirla nella colonna sonora del suo film "Caro diario". In "Gente comune" Fiorella canta una straordinaria "Giovanna D'Arco" scritta per lei da De Gregori, e collabora con il grande autore brasiliano Caetano Veloso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’album "Belle speranze" (1997) rappresenta invece un momento di svolta. Nello scegliere i pezzi che lo compongono, infatti, Fiorella non si rivolge più alle firme che l’hanno accompagnata per un decennio, ma tenta di dare voce a linguaggi nuovi e diversi: ecco allora comparire Daniele Silvestri, Avion Travel, Gianmaria Testa, Rosso Maltese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel gennaio 1999 esce "Certe piccole voci", primo disco live della carriera di Fiorella. Venticinque brani che rappresentano non tanto un bilancio, quanto piuttosto la voglia di fermare un momento speciale come un concerto e regalarlo a quel pubblico che ormai da anni la segue nei teatri di tutta Italia fedele e numeroso. L’inaspettata presenza di un vero e proprio "gioiello" quale l’interpretazione di "Sally" (di Vasco Rossi), unita all'unico brano inedito "L'amore con l'amore si paga" scritta per lei da Ivano Fossati, fa balzare il disco ai primi posti delle classifiche. A suggellare il successo di pubblico, arriva il commento dello stesso autore: "Sally" l’avevo scritta per lei e non lo sapevo".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con "Certe piccole voci" Fiorella si aggiudica nuovamente la Targa Tenco come migliore interprete femminile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A coronamento di una stagione felice, e di un cammino paziente e consapevole, il 2000 si apre per Fiorella con un evento importante quale la partecipazione, in qualità di "superospite" italiana, al 50° Festival di Sanremo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Biografia a cura di Maria Piera Bartolini Salinbeni (detta Mapi)

Allora, mi ci sono impegnata: Stefania,(perche' e' la capostipite e bisogna rispettare le gerarchie), Mapi, Lucy, Rosaria, Paolo di C.F., Paola, Paolone, Barbara, Giuliano er P. L'Infermiera, Laura, Michela,Cristina, Rafiki, Tina, Clau, Er Mozzo, Anna, Giacomo, Beppe, Alberto, Eline, Lothar, Nico, Chicca, Dani 83, Benedetta, Er Mozzo, Gio, Morpheus, Mr Tyler, Fax, Carla, Nato Ora, Salvatore, Nettuno, Marcella, Serenella, Daniele, Raffy, Astor, Patrizia, Ashya, Le Elene, Daniele, Acquarius, Gigi, Lucky, Lamer, Monseur Claude, Valentina, Roby di P., Marcos, Astro, Hernano, Eli 83, Valentina, Manfredi, Stefano, Rossana, Harry, Ginestra, Patty, Teo, Francesca da CT, Tamara, Giulia, Raffaele, Jena, Roby di PD., SaraBG, Marilena, Duna Bianca, Bianca, Obiwan, Spank, Eli 83, Sally, Atrus, Astor, Nerina. (Sicuramente avro' dimenticato qualcuno, se e' cosi' me ne scuso in anticipo, accomodatevi sotto). Molti di voi per me hanno un volto ormai, altri sono solo nomi che conosco attraverso il forum, ma che spero di conoscere di persona nelle prossime occasioni, alcuni sono assidui altri intervengono sporadicamente. Ci tenevo a salutarvi tutti e a manifestarvi il mio affetto! Continuate a scrivere perche' io vi leggo sempre con attenzione, e ora che non ho niente da fare mi faro' viva piu' spesso! Una sera di queste vi daro' appuntamento in chat, alla quale, grazie a Nico, finalmente riesco ad accedere. Grazie di tutto a tutti!!! P.S. Dimenticavo le Charms e naturalmente.... IL SAGGIO che conosce il segreto della vostra, (nostra), follia!!!! Intervento di Fiorella uno per uno!


Fiorella Mannoia, 'Fragile'
'Il canto delle separazioni conduce lontano...'



MILANO, 13 FEBBRAIO 2001 -"Fragile " è il nuovo album di Fiorella Mannoia. A due anni dal live "Certe piccole voci" (1999) e a quattro da "Belle Speranze", la cantante romana propone nove canzoni all'insegna della malinconia.



Il disco ha un filo conduttore che lega fra loro le canzoni: la separazione. Quella dovuta all'abbandono, alla fine di un amore in "Fragile", quella inevitabile della morte in "L'assenza", quella tremenda, causata dalla guerra in "L'altra metà (Notte di guerra in Europa)". Fragilità è la sensazione di smarrimento che si prova come risultato di tutte queste separazioni. Da affrontare con dignità, senza disperazione, forse con un po' di tristezza.



Nel 1997 la Mannoia cantava le "belle speranze", un amore che non c'era ma che andava cercato o aspettato. Adesso quell'amore è diventato un fallimento, una storia vissuta e finita male. Nella canzone "Fragile" canta "non ho più te sono sola al mondo...sono fragile perché non ho più te". Queste differenze di atmosfera, di sensazioni e di attese si respirano in tutto il disco. Come in "Belle speranze", la maggior parte delle canzoni sono state scritte da Piero Fabrizi (cinque canzoni in entrambi i casi). Autore di testi mai banali che da il meglio di sé nella già citata "Fragile" e nella struggente "L'assenza", canzone dedicata al padre della Mannoia scomparso un anno fa.


Molto toccante anche "L'altra metà", canzone che parla del Kosovo. Il tema del brano è lo smarrimento e il terrore provocato da amori spezzati dalla guerra in una terra così vicina a noi ma lontana anni luce dalla nostra realtà. Nel resto del disco la Mannoia torna ad affidarsi alle più prestigiose firme della canzone italiana. Canta un brano inedito di Ivano Fossati ("Fotogramma") e recupera tre meravigliosi pezzi. "Il pescatore" di Fabrizio De André già cantata molte volte nei concerti. "L'uccisione di Babbo Natale" di Francesco De Gregori, piccolo capolavoro impreziosito dalla voce del cantante romano. "Come mi vuoi?" è il primo brano che la cantante prende dal repertorio di Paolo Conte, a nostro giudizio con ottimi risultati.


La Mannoia con la sua splendida voce si conferma una delle migliori interpreti della canzone italiana, ma i brani del disco non sono sempre all'altezza delle sue qualità. Il rischio nel costruire un disco a tema, dominato come abbiamo detto dalla malinconia, è di presentare canzoni abbastanza simili e ritmi uniformi. Il tono complessivo è un po' troppo pesante e si sente la mancanza di quei pezzi spensierati e ritmati, presenti nei suoi lavori passati. Non è un caso se, a parte "Fragile" le canzoni migliori risultino le tre cover. Ma si sa, di questi tempi non è così facile trovare testi convincenti, e chi li scrive spesso li tiene per sé.



Tracklist

I- Fragile
II- Occhi neri
III- Fotogramma (Quelli siamo noi)
IV- Come mi vuoi?
V- L'assenza
VI- L'uccisione di Babbo Natale
VII- Il pescatore
VIII- L'altra metà (Notte di guerra in Europa)
IX- L'uomo di polvere

Torino 24 marzo 2001 presso Teatro Colosseo
Ed anche per questo tour 2001 non si può che dire :" Una grande Mannoia!".
Si apre il concerto con un ormai storico "Passalento" del sempre grande Fossati che insieme a De Andrè , Ruggeri, De Gregori e Fabrizi formano il consolidato quintetto di "angeli custodi" e autori, dei più grandi successi della Mannoia.
Quello di Fiorella è un tour che per fortuna utilizza teatri, come quello Colosseo, relativamente piccoli. Un ambientazione ideale e necessaria per potere avere un rapporto più diretto fra l'artista, i musicisti e il pubblico.
Di questo concerto spiccano tre cose in particolare: -naturalmente la protagonista della serata: Fiorella Mannoia
-i musicisti
-le luci
Riguardo alla Mannoia come sempre non delude, voce calda e pastosa, grande carica interpretativa matura, intelligente e colta . Tutto questo grazie anche al fatto che ha la fortuna(sicuramente meritata) di cantare pezzi di un livello poetico e musicale piuttosto elevato.
Sul palco non cerca di fare la diva, si mette al pari dei musicisti che tratta con estrema dolcezza e ammirazione.
Fra tutti questi pregi bisogna trovare un difetto ed anche la Mannoia ne ha uno: pontifica un po' troppo.Fa la premessa ai brani, spesso una parafrasi dei testi (inutile!) e peggio ancora un commento del brano in relazione a eventi di cronaca o "su questo mondo che va a rotoli".Dovrebbe lasciare libera l'interpretazione da opinioni personali per valorizzare ancor piu l'universalità della poesia dei testi.
Come si avvale di grandi autori, così si attornia di grandi musicisti di una bravura e professionalità che non passa indifferente. Splendide improvvisazioni che non possono che impreziosire e completare pezzi già belli di per sé.
Arrangiamenti nuovi per brani storici come "Il pescatore", "Le notti di Maggio", "I dubbi dell' amore"(quest'ultimo eseguito voce e pianoforte, bellissimo!!).
Ed è proprio al piano che c'è un cambio della guardia: Danilo Rea (pianista anche di Mina) che aveva accompagnato la Mannoia nel tour "Certe piccole voci" , vene sostituito da un giovane quanto impressionantemente bravo L. Scarpa (tra l'altro Torinese).Alla programmazione e organo Hammond P. Scarparelli; ai fiati Maurizio Gianmarco(inutile fare commenti su come sax tenore e contralto nonché flauto traverso possano esaltare ulteriormente i brani); alla batteria Eglio Rivagli; al basso Franco Testa che utilizza oltre al basso elettrico anche il contrabbasso ed infine il compagno di viaggio della Mannoia da ormai 15 anni, il chitarrista P. Fabrizi ( autore di grandi successi come i "Cieli d'Irlanda", "Non sono un cantautore").Una nota al merito : è anche il produttore della Mannoia.
Tutto questo sarebbe gaà stato grande, ma non bastava. Le luci e la scenografia hanno fatto tutto il resto. Tanto semplici quanto efficaci: toni freddi, dall'azzurro al blu, al bianco per il singolo del nuovo album:"Fragile"(che richiamano i colori del video e della copertina dell'album); toni caldi e solari per "Il pescatore"; splendidi giochi d'ombra e luce grazie a drappi che scendono dal soffitto, e poi delle azzeccatissime lampade stile cinesi poste fra i musicisti.
Tutto questo e tutto quello che non ho descritto( per motivi di spazio e perché alcune cose vanno ascoltate e non lette) fanno del concerto della Mannoia uno dei concerti che definisco non belli, perché sarebbe troppo soggettivo e di parte, ma forse uno dei più interessanti sul piano tecnico e sicuramente uno dei più emozionanti, che non è poco.

Stefano

 

 




 

Il fascino della discrezione e della misura, l'armonia fra la ricerca musicale ambiziosa e policroma e la semplicità dei gesti che ce la comunicano. L'intensità e la fierezza di una voce in grado di aggiungere dignità alla dignità di sempre, vestono le canzoni che questa voce canta. Erede della grande tradizione delle interpreti, eccezione alle regole che giudica leggera e superficiale l'artista che non scrive ciò che canta, Fiorella Mannoia costituisce un caso unico nel panorama della musica italiana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Romana di nascita ma trasferita a Milano da molti anni, ha saputo costruirsi dalla metà degli anni ottanta la necessaria credibilità per diventare la voce e il controcanto femminile di una canzone d'autore storicamente declinata al maschile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli esordi risalgono a Castrocaro, dove nel 1968 Fiorella si esibisce con "Un bimbo sul leone", brano di Adriano Celentano (già da allora -dunque- emerge la vocazione ad interpretare brani nati per tonalità "maschili"). Nello stesso periodo, comincia ad incidere i primi 45 giri. Nel 1972 dà vita al sodalizio col musicista Memmo Foresi, con il quale forma il duo "Mannoia, Foresi & co." (da cui un solo, omonimo, Lp). La prima occasione di incontro col grande pubblico è il Festival di Sanremo del 1981, dove Fiorella presenta "Caffè nero bollente". A questa esperienza segue un Lp con brani dal sapore rock-aggressivo, del tutto in linea con il brano sanremese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Del 1984 è l’esperienza televisiva di Premiatissima. Durante i 9 mesi di programmazione della trasmissione, Fiorella presenta un brano a settimana, risultando regolarmente in testa -nella graduatoria risultante dai voti da casa- alle sue colleghe anche più affermate. Il repertorio scelto per quell’occasione segna già il dirigersi di Fiorella verso il repertorio cantautorale: si va infatti da "Margherita" di Cocciante a "Il Pescatore" di De André, a celebri brani di Lauzi, De Gregori, Dalla, Baglioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma la vera svolta per la carriera -e forse per la vita- di Fiorella arriva con il Festival di Sanremo del 1984. L’interpretazione di "Come si cambia" segnerà per lei una vera e propria presa di coscienza: "è stato con quel brano che ho capito che cantare era ormai diventato il mio mestiere. E soprattutto, ho capito che la mia vocazione era quella di toccare la corda delle emozioni".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed è perseguendo questa strada che si arriva al Festival di Sanremo del 1987, che segna il definitivo approdo a quella via musicale che ancora oggi caratterizza in maniera distintiva il lavoro di Fiorella. In quell’occasione presenta infatti "Quello che le donne non dicono", brano scritto espressamente per lei da Enrico Ruggeri, che si dimostrerà dunque il primo tra i grandi cantautori a credere in lei come voce privilegiata alla quale affidare i propri versi. Fiorella vince il Premio della Critica, e il successo è tale che "Quello che le donne non dicono" rappresenta ancora oggi il brano con cui il pubblico più la identifica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1988 Fiorella torna a Sanremo con "Le notti di maggio" di Ivano Fossati, l’autore con cui a tutt’oggi esiste la maggiore "simbiosi". Il brano si aggiudica nuovamente il Premio della Critica. E’ una sorta di consacrazione: a questa esperienza segue infatti l’Lp "Canzoni per parlare", album che racchiude in sé alcune delle più prestigiose firme della canzone italiana: Ruggeri, Fossati, Ron, Cocciante. Presenza importante nella realizzazione del lavoro è quella di Piero Fabrizi. A partire da questo album in poi, Fabrizi curerà la produzione, gli arrangiamenti e la composizione di vari brani. E' il disco della svolta, del definitivo riconoscimento di critica e pubblico, che decreterà al lavoro un successo di vendite importante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1989 esce "Di terra e di vento", l’album della raggiunta maturità artistica di Fiorella (nonché quello che a tutt’oggi vanta il maggior successo di vendite). Alle firme già presenti nel precedente lavoro si aggiunge Francesco De Gregori ("è il coronamento di un sogno", rivelerà Fiorella), che mai prima di allora aveva affidato ad altri un suo brano inedito. "Canzoni per parlare" e "Di terra e di vento" le valgono, per due edizioni successive, la Targa Tenco come migliore interprete. Negli anni seguenti escono "I treni a vapore" (1992) e "Gente comune" (1994), lavori in cui Fiorella prosegue nella collaborazione con i "suoi" cantautori (con un’attenzione anche a nuovi talenti come Samuele Bersani). Nanni Moretti sceglierà da "I treni a vapore" la canzone "Inevitabilmente", per inserirla nella colonna sonora del suo film "Caro diario". In "Gente comune" Fiorella canta una straordinaria "Giovanna D'Arco" scritta per lei da De Gregori, e collabora con il grande autore brasiliano Caetano Veloso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’album "Belle speranze" (1997) rappresenta invece un momento di svolta. Nello scegliere i pezzi che lo compongono, infatti, Fiorella non si rivolge più alle firme che l’hanno accompagnata per un decennio, ma tenta di dare voce a linguaggi nuovi e diversi: ecco allora comparire Daniele Silvestri, Avion Travel, Gianmaria Testa, Rosso Maltese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel gennaio 1999 esce "Certe piccole voci", primo disco live della carriera di Fiorella. Venticinque brani che rappresentano non tanto un bilancio, quanto piuttosto la voglia di fermare un momento speciale come un concerto e regalarlo a quel pubblico che ormai da anni la segue nei teatri di tutta Italia fedele e numeroso. L’inaspettata presenza di un vero e proprio "gioiello" quale l’interpretazione di "Sally" (di Vasco Rossi), unita all'unico brano inedito "L'amore con l'amore si paga" scritta per lei da Ivano Fossati, fa balzare il disco ai primi posti delle classifiche. A suggellare il successo di pubblico, arriva il commento dello stesso autore: "Sally" l’avevo scritta per lei e non lo sapevo".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con "Certe piccole voci" Fiorella si aggiudica nuovamente la Targa Tenco come migliore interprete femminile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A coronamento di una stagione felice, e di un cammino paziente e consapevole, il 2000 si apre per Fiorella con un evento importante quale la partecipazione, in qualità di "superospite" italiana, al 50° Festival di Sanremo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Biografia a cura di Maria Piera Bartolini Salinbeni (detta Mapi)

Allora, mi ci sono impegnata: Stefania,(perche' e' la capostipite e bisogna rispettare le gerarchie), Mapi, Lucy, Rosaria, Paolo di C.F., Paola, Paolone, Barbara, Giuliano er P. L'Infermiera, Laura, Michela,Cristina, Rafiki, Tina, Clau, Er Mozzo, Anna, Giacomo, Beppe, Alberto, Eline, Lothar, Nico, Chicca, Dani 83, Benedetta, Er Mozzo, Gio, Morpheus, Mr Tyler, Fax, Carla, Nato Ora, Salvatore, Nettuno, Marcella, Serenella, Daniele, Raffy, Astor, Patrizia, Ashya, Le Elene, Daniele, Acquarius, Gigi, Lucky, Lamer, Monseur Claude, Valentina, Roby di P., Marcos, Astro, Hernano, Eli 83, Valentina, Manfredi, Stefano, Rossana, Harry, Ginestra, Patty, Teo, Francesca da CT, Tamara, Giulia, Raffaele, Jena, Roby di PD., SaraBG, Marilena, Duna Bianca, Bianca, Obiwan, Spank, Eli 83, Sally, Atrus, Astor, Nerina. (Sicuramente avro' dimenticato qualcuno, se e' cosi' me ne scuso in anticipo, accomodatevi sotto). Molti di voi per me hanno un volto ormai, altri sono solo nomi che conosco attraverso il forum, ma che spero di conoscere di persona nelle prossime occasioni, alcuni sono assidui altri intervengono sporadicamente. Ci tenevo a salutarvi tutti e a manifestarvi il mio affetto! Continuate a scrivere perche' io vi leggo sempre con attenzione, e ora che non ho niente da fare mi faro' viva piu' spesso! Una sera di queste vi daro' appuntamento in chat, alla quale, grazie a Nico, finalmente riesco ad accedere. Grazie di tutto a tutti!!! P.S. Dimenticavo le Charms e naturalmente.... IL SAGGIO che conosce il segreto della vostra, (nostra), follia!!!! Intervento di Fiorella uno per uno!


Fiorella Mannoia, 'Fragile'
'Il canto delle separazioni conduce lontano...'



MILANO, 13 FEBBRAIO 2001 -"Fragile " è il nuovo album di Fiorella Mannoia. A due anni dal live "Certe piccole voci" (1999) e a quattro da "Belle Speranze", la cantante romana propone nove canzoni all'insegna della malinconia.



Il disco ha un filo conduttore che lega fra loro le canzoni: la separazione. Quella dovuta all'abbandono, alla fine di un amore in "Fragile", quella inevitabile della morte in "L'assenza", quella tremenda, causata dalla guerra in "L'altra metà (Notte di guerra in Europa)". Fragilità è la sensazione di smarrimento che si prova come risultato di tutte queste separazioni. Da affrontare con dignità, senza disperazione, forse con un po' di tristezza.



Nel 1997 la Mannoia cantava le "belle speranze", un amore che non c'era ma che andava cercato o aspettato. Adesso quell'amore è diventato un fallimento, una storia vissuta e finita male. Nella canzone "Fragile" canta "non ho più te sono sola al mondo...sono fragile perché non ho più te". Queste differenze di atmosfera, di sensazioni e di attese si respirano in tutto il disco. Come in "Belle speranze", la maggior parte delle canzoni sono state scritte da Piero Fabrizi (cinque canzoni in entrambi i casi). Autore di testi mai banali che da il meglio di sé nella già citata "Fragile" e nella struggente "L'assenza", canzone dedicata al padre della Mannoia scomparso un anno fa.


Molto toccante anche "L'altra metà", canzone che parla del Kosovo. Il tema del brano è lo smarrimento e il terrore provocato da amori spezzati dalla guerra in una terra così vicina a noi ma lontana anni luce dalla nostra realtà. Nel resto del disco la Mannoia torna ad affidarsi alle più prestigiose firme della canzone italiana. Canta un brano inedito di Ivano Fossati ("Fotogramma") e recupera tre meravigliosi pezzi. "Il pescatore" di Fabrizio De André già cantata molte volte nei concerti. "L'uccisione di Babbo Natale" di Francesco De Gregori, piccolo capolavoro impreziosito dalla voce del cantante romano. "Come mi vuoi?" è il primo brano che la cantante prende dal repertorio di Paolo Conte, a nostro giudizio con ottimi risultati.


La Mannoia con la sua splendida voce si conferma una delle migliori interpreti della canzone italiana, ma i brani del disco non sono sempre all'altezza delle sue qualità. Il rischio nel costruire un disco a tema, dominato come abbiamo detto dalla malinconia, è di presentare canzoni abbastanza simili e ritmi uniformi. Il tono complessivo è un po' troppo pesante e si sente la mancanza di quei pezzi spensierati e ritmati, presenti nei suoi lavori passati. Non è un caso se, a parte "Fragile" le canzoni migliori risultino le tre cover. Ma si sa, di questi tempi non è così facile trovare testi convincenti, e chi li scrive spesso li tiene per sé.



Tracklist

I- Fragile
II- Occhi neri
III- Fotogramma (Quelli siamo noi)
IV- Come mi vuoi?
V- L'assenza
VI- L'uccisione di Babbo Natale
VII- Il pescatore
VIII- L'altra metà (Notte di guerra in Europa)
IX- L'uomo di polvere

Torino 24 marzo 2001 presso Teatro Colosseo
Ed anche per questo tour 2001 non si può che dire :" Una grande Mannoia!".
Si apre il concerto con un ormai storico "Passalento" del sempre grande Fossati che insieme a De Andrè , Ruggeri, De Gregori e Fabrizi formano il consolidato quintetto di "angeli custodi" e autori, dei più grandi successi della Mannoia.
Quello di Fiorella è un tour che per fortuna utilizza teatri, come quello Colosseo, relativamente piccoli. Un ambientazione ideale e necessaria per potere avere un rapporto più diretto fra l'artista, i musicisti e il pubblico.
Di questo concerto spiccano tre cose in particolare: -naturalmente la protagonista della serata: Fiorella Mannoia
-i musicisti
-le luci
Riguardo alla Mannoia come sempre non delude, voce calda e pastosa, grande carica interpretativa matura, intelligente e colta . Tutto questo grazie anche al fatto che ha la fortuna(sicuramente meritata) di cantare pezzi di un livello poetico e musicale piuttosto elevato.
Sul palco non cerca di fare la diva, si mette al pari dei musicisti che tratta con estrema dolcezza e ammirazione.
Fra tutti questi pregi bisogna trovare un difetto ed anche la Mannoia ne ha uno: pontifica un po' troppo.Fa la premessa ai brani, spesso una parafrasi dei testi (inutile!) e peggio ancora un commento del brano in relazione a eventi di cronaca o "su questo mondo che va a rotoli".Dovrebbe lasciare libera l'interpretazione da opinioni personali per valorizzare ancor piu l'universalità della poesia dei testi.
Come si avvale di grandi autori, così si attornia di grandi musicisti di una bravura e professionalità che non passa indifferente. Splendide improvvisazioni che non possono che impreziosire e completare pezzi già belli di per sé.
Arrangiamenti nuovi per brani storici come "Il pescatore", "Le notti di Maggio", "I dubbi dell' amore"(quest'ultimo eseguito voce e pianoforte, bellissimo!!).
Ed è proprio al piano che c'è un cambio della guardia: Danilo Rea (pianista anche di Mina) che aveva accompagnato la Mannoia nel tour "Certe piccole voci" , vene sostituito da un giovane quanto impressionantemente bravo L. Scarpa (tra l'altro Torinese).Alla programmazione e organo Hammond P. Scarparelli; ai fiati Maurizio Gianmarco(inutile fare commenti su come sax tenore e contralto nonché flauto traverso possano esaltare ulteriormente i brani); alla batteria Eglio Rivagli; al basso Franco Testa che utilizza oltre al basso elettrico anche il contrabbasso ed infine il compagno di viaggio della Mannoia da ormai 15 anni, il chitarrista P. Fabrizi ( autore di grandi successi come i "Cieli d'Irlanda", "Non sono un cantautore").Una nota al merito : è anche il produttore della Mannoia.
Tutto questo sarebbe gaà stato grande, ma non bastava. Le luci e la scenografia hanno fatto tutto il resto. Tanto semplici quanto efficaci: toni freddi, dall'azzurro al blu, al bianco per il singolo del nuovo album:"Fragile"(che richiamano i colori del video e della copertina dell'album); toni caldi e solari per "Il pescatore"; splendidi giochi d'ombra e luce grazie a drappi che scendono dal soffitto, e poi delle azzeccatissime lampade stile cinesi poste fra i musicisti.
Tutto questo e tutto quello che non ho descritto( per motivi di spazio e perché alcune cose vanno ascoltate e non lette) fanno del concerto della Mannoia uno dei concerti che definisco non belli, perché sarebbe troppo soggettivo e di parte, ma forse uno dei più interessanti sul piano tecnico e sicuramente uno dei più emozionanti, che non è poco.
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Stefano